mercoledì 24 dicembre 2008

Uova ripiene

Da sempre, da quando sono nata, non c'è mai stato pranzo di Natale che non cominciasse con questo antipasto. Tutte le sorelle e le cognate di mio padre lo hanno sempre fatto e anche mia madre lo fa, e naturalmente anche io. Ho sempre pensato che tutto sia iniziato quando uno dei miei zii avviò un'azienda avicola, e quindi uova ce n'erano in abbondanza, ma credo che in realtà sia stata la nonna Elvira, mia nonna paterna, ad insegnarlo alle figlie e alle nuore.
E' un antipasto piuttosto semplice da fare. Richiede almeno 2 uova per invitato, un paio di vasetti di acciughe deliscate sotto sale e prezzemolo o capperi per guarnire.
Si lessano le uova e quando sono fredde le si tagliano a metà, si asporta il tuorlo e lo si frulla insieme alle acciughe, lavate dall'eccesso di sale, e a poco olio di oliva per mantenere l'impasto morbido. Con questo impasto si tornano a riempire gli albumi e si decora con un ciuffettino di prezzemolo o qualche cappero.
Io, come variazione, ne preparo una parte con il tonno al posto delle acciughe e nel vassoio di portata alterno un mezzo uovo con le acciughe con un mezzo uovo con il tonno, giocando sulle differenze cromatiche e sulle diverse decorazioni.

Ricette di Natale: rifreddo di cappone

Da quando sono sposata, vale a dire da ben 25 anni, il pranzo di Natale è rigorosamente sempre lo stesso, non perchè noi si sia così ferocemente attaccati alla tradizione, ma semplicemente perchè tutta una serie di persone immancabilmente ci regalano cappone e tortellini. Ovviamente, avendo il freezer una capienza limitata (per la nostra famiglia naturalmente) qualcosa va sacrificato subito alla ricorrenza e quindi due giorni prima di Natale eccomi a preparare il brodo di cappone. La vigilia, nel pomeriggio, mi dedico alla preparazione del rifreddo.
INGREDIENTI: la carne di un intero cappone disossato; 1 o 2 patate e 1 o 2 carote cotte nel brodo insieme al cappone; 200 g. di prosciutto cotto tagliato a dadolini; 100 g. di mortadella in una unica fetta; 100 g. di parmigiano grattugiato; 3 uova.
ESECUZIONE: nel mixer macinare insieme la carne, la mortadella e le patate lessate, poi sostituire le lame con le pale per mescolare. Aggiungere il prosciutto a dadolini e le carote, anch'esse a dadolini, il parmigiano e le uova e mescolare accuratamente. Quando l'impasto è bene amalgamato, versarlo in uno stampo da plumcake ricoperto di carta da forno, ricoprire anche la superficie con la carta, mettere tutto in una pirofila più grande ripiena di acqua e cuocere in forno, a bagnomaria, per circa un'ora, a 180°. Lasciare raffreddare tutta notte. Servirlo a fette contornato di verdurine di stagione.

giovedì 18 dicembre 2008

Ricette di Natale: i Trapananti

Con questo post desidero inaugurare un filone sulle tradizioni natalizie delle nostre famiglie.
Sono sicura che ciascuno di noi ha un piatto legato al Natale, ma che non fa parte dei "classici delle feste" (insomma, niente tortellini, zampone, lenticchie, bolliti, capitone, baccalà, panettone farcito: troppo facile).
A casa dei miei genitori, quando ero piccola, intorno a Natale si mangiavano i Trapananti. Ma di cosa si tratta? Cosa nasconde questo nome inquietante?
Ebbene, i trapananti sono il nome che mia madre, quando io e mio fratello eravamo bambini, dava a una verdura che ai bambini evidentemente non piace: i cardi! Ma per diventare "trapananti" (nome di fantasia estremamente suggestivo) i cardi devono essere cucinati niente meno che... alla parmigiana.
Vi confesso che per me un Natale (inteso in senso lato: periodo natalizio, può essere la vigilia, santo stefano, capodanno...) senza i trapananti è un natale incolore, inodore e insapore.
Per preparare i trapananti, bisogna pulire bene il cardo (io raschio via le fibre esterne con il pelapatate) e tagliarlo a pezzetti grossi che vengono temporaneamente tuffati in acqua fredda e limone, altrimenti diventano subito neri. Poi devono essere bolliti per diventare teneri, e scolati bene. Quando sono freddi, vanno infarinati e fritti. Dopo di che si prepara una parmigiana con sugo di aglio, olio e pomodoro e abbondantissimo parmigiano grattugiato, dopo di che si passa tutto al forno.
Una bomba calorica. Ma sono buoni. Tanto, tanto buoni...

sabato 6 dicembre 2008

Torta alla robiola

Questa torta corrisponde all'americana cheese cake. L'ho imparata dalla mia amica Carla, cuoca sopraffina, che l'aveva preparata in occasione di un incontro con i fidanzati, in parrocchia. Di solito, dopo l'incontro, siamo soliti offrire un piccolo rinfresco, sempre molto gradito.
In casa amiamo molto questa torta perchè è piuttosto semplice e di grande soddisfazione, a me poi piace in modo particolare perchè non mi crea mai problemi di lievitazione. Infatti il lievito non si usa!

Ripieno: 200 g. di robiola (ma si può usare anche la philadelphia o simili); 200 g. di zucchero; 3 tuorli; 3 cucchiai di farina; 1/2 litro di panna fresca non montata; 1 bustina di vanillina; 1 cucchiaino di succo di limone; 3 albumi montati a neve.

Base: 250 g. di biscotti Oro Saiwa; 2 cucchiai di zucchero; 100 g. di burro ammorbidito.

Preparare la base in una terrina con i biscotti frullati, il burro ammorbidito a bagnomaria e lo zucchero.
Ungere una teglia con il bordo apribile. Stendervi sopra la base con le mani, tenendola più alta ai bordi e metterla in frigo per un po'.
Preparare il ripieno con gli ingredienti mescolati nell'ordine. Versarlo sulla base, mettere in forno già caldo a 180°-200° per un'ora e un quarto circa. Quando è cotta lasciare raffreddare, cospargere di zucchero a velo e mettere in frigo.